Featured snippet senza link e scraping dei contenuti: quali scenari per le serp?
Ben ritrovati a un nuovo approfondimento di Monster4D sul mondo della SEO e del web marketing.
È possibile che Google possa offrire risultati alle ricerche digitate dagli utenti senza nemmeno segnalare la fonte dalla quale provengono i dati? A quanto pare, può accadere.
Search Engine Journal ha portato il fatto a conoscenza della community internazionale. In italiano il caso è stato approfondito da Emanuele Vaccari nella propria newsletter sulla SEO.
Il “fattaccio” è stato segnalato da Cyrus Shepard di Moz che aveva individuato uno snippet di Google popolato dalle informazioni di un publisher, proposto agli utenti direttamente in serp senza segnalare in alcun modo la fonte di tali dati. Quindi, nessun modo per i navigatori di risalire al portale di partenza tramite link.
L’ “accusa” che scaturisce da questa osservazione è la seguente.
Google è tecnicamente in grado di rispondere a domande anche complesse prelevando dati da un publisher di terze parti per creare uno snippet (una pagina web indipendente dal portale di partenza) senza alcun link alla fonte originale dei dati.
Ian Lurie ha criticato questa apparente tendenza di Google di porsi come un vero e proprio publisher. Rand Fishkin ha parlato senza mezzi termini di scraper che agiscono impudentemente in barba alle leggi sul copyright.
Da questo fatto è nata una lunga conversazione in rete dai toni anche molto accesi.
Featured snippet con zero link: furto od opportunità?
I featured snippet sono stati da un lato lodati come strumento a costo 0 per aumentare la visibilità organica dei contenuti, dall’altro accusati di soffiare prezioso traffico rispondendo in maniera immediata a domande comuni (in alcuni casi anche leggermente complesse, non le semplici “che ore sono”, “quando è nato Obama” ecc.).
Come abbiamo visto a proposito dell’impatto della direttiva europea sul copyright sulla SEO il clima è sempre infervorato: parte dei publisher vorrebbe ricevere dai motori di ricerca un vero e proprio compenso per permettere lo scraping dei propri contenuti, altri si fanno andare bene la situazione così com’è pur di ottenere quanto più traffico possibile per monetizzare.
In una ipotetica situazione di featured snippet senza link è oggettivamente molto difficile risalire alla fonte delle informazioni, che di conseguenza non beneficerà del traffico che altrimenti avrebbe ottenuto da un’entrata diretta nel proprio sito.
In realtà al momento la situazione è un po’ più complessa. Come segnala SearchEngineJournal con la seguente immagine, a fianco dei risultati dello snippet è presente una icona “More info Icon” cliccando sulla quale lo snippet si estende ed è visualizzabile il link alla fonte originale.
Quindi un link dovrebbe esserci, anche se non mi aspetto che la maggior parte dei lettori sia così incentivata da cliccare qua e la pur di trovare il sito al quale potrebbe accedere.
Danny Sullivan di Google in risposta alle “accuse” di cui sopra ha tweettato parlando dello sforzo di Google Search profuso nel supportare l’ecosistema dei publisher.
In soldoni, afferma che il desiderio di Google Search è quello di crescere assieme allo stesso ecosistema dei publisher, e così come è legittimo per i proprietari dei siti esprimere preoccupazioni, essi dovrebbero pensare anche alle opportunità a loro vantaggio che possono presentarsi.
Le posizioni concettuali a cui assistiamo sono: (naturale) evoluzione del formato delle serp contro (auspicata) evoluzione della normativa sul copyright.
Il concetto di “ecosistema simbiotico” Google-publisher può essere visto come un quadro stimolante oppure come un quadro utopistico, a seconda della dose di cinismo che prendiamo con il caffè ogni mattina.
È possibile che la situazione sia in divenire: io ho provato a cercare lo stesso snippet incriminato ma al suo posto mi viene restituito un box in primo piano con link convenzionale. Google ha invertito la rotta dopo lo “scandalo”?
Quali scenari per l’evoluzione dei featured snippet (e del traffico organico)?
L’equilibrio molto labile a cui assistiamo è una sorta di tacito patto che spinge i publisher a realizzare contenuti sempre nuovi e di migliore qualità per offrirli a Google in cambio dell’agognato traffico. Quando però si ha il sospetto che Big G si appropri a conti fatto di qualcosa non di sua proprietà senza elargire nemmeno la più modesta ricompensa, scoppiano le polemiche.
È palese che se tutti i proprietari dei siti deindicizzassero i propri portali per chiudere il rubinetto delle informazioni a Mountain View arriverebbe un messaggio forte e chiaro: se questo non avviene è perché comunque il traffico serve, perché non a tutti sale la bile per questa situazione, risultato è che si continua a “vivacchiare” esplodendo periodicamente di fronte ai presunti “soprusi”.
Insomma, dai featured snippet nasceranno nuove “fregature” oppure nuove opportunità di traffico?
Innovazione contro interessi dei publisher. Chi difende questi ultimi?
Studi come quello di Sparktoro affermano che il CTR sui risultati organici è sostanzialmente diminuito e sono in crescita i risultati con zero click (ovvero intenti di ricerca che vengono risposti direttamente in serp).
Nell’analisi di Emanuele Vaccari che ho linkato in cima trovi una riflessione molto interessante sugli equilibri di potere tra Google (che vive di ads mescolate ai risultati organici) e i publisher che da un lato si trovano depauperati del valore dei propri contenuti e dall’altro convivono tranquillamente con questa situazione perché in effetti traggono dei guadagni da tale intermediazione.
Una soluzione può essere, come suggerisce, diversificare i contenuti in maniera così peculiare che gli scraper non abbiano vita facile nel replicare i testi senza lasciare comprendere la fonte, e cercare di pensare non soltanto al guadagno immediato ma anche a un modello di sviluppo che permetta un domani di guadagnare essenzialmente dalla qualità del proprio lavoro piuttosto che dalla generosità di un motore di ricerca nell’elargirci delle visite.
Resistere all’esigenza di standardizzare per poter vivere e possibilmente prosperare un po’ di più.
Non è un obiettivo così sbagliato secondo me, tu che cosa ne pensi? Search Engine Journal